Il primo dei regali che mi sono concessa in questa estate di spostamenti: finalmente assistere al Festival dei Due Mondi a Spoleto. Questo insieme di eventi di portata internazionale è noto ai più ma viverlo è davvero qualcosa di irrinunciabile per chiunque ami la cultura in tutte le forme possibili. Calendario ricchissimo, con apertura il 24 giugno e chiusura ufficiale il 10 luglio, anche quest'anno il Festival non ha deluso, anzi a detta di molti ha presentato perfino qualcosa di più. Però... però devo fare una doverosa digressione. Non si può andare a Spoleto esclusivamente per il Festival, perché questa piccola cittadella umbra arroccata sul Colle Sant'Elia, vicino alla Valnerina e alle fonti del Clitunno cantate da Virgilio, Giovenale e tanti altri, antico ducato longobardo poi divenuto possedimento dei Franchi, si deve vedere a prescindere. Non mi spiego perché raggiungerla sia difficile - si lascia l'autostrada a circa 20 km dalla cittadella e si percorrono strade tutte curve in salita - ma il viaggio un po' disagiato si può dimenticare un attimo dopo esservi arrivati.
Sì, perché Spoleto dà il suo benvenuto appena si arriva. La riconosci dalla Rocca Albornoziana, la fortezza edificata dal 1359, e dall'affastellarsi degli edifici storici. Ci entri attraverso un passeggio che attraversa piccoli archi e te la scopri pian piano, passo a passo. Tutta in salita, ogni piazzetta una scoperta, ogni viuzza una storia, fino alla grande piazza del Duomo che lascia senza fiato per l'imponente bellezza.
Va bene, fin qui nulla che sorprenda davvero. In fondo, quante cittadelle come questa ospita l'Italia? Quanta bellezza da scoprire? E invece no, è tempo di svelare qualcosa che non immaginavo esistesse in questa appartata provincia umbra. Spoleto è una cittadella che sorprende per la sua fruibilità, che invita a camminarci dentro, ma come si può farlo senza affaticarsi lungo queste salite ripide?
Ebbene, è servita da due rampe che rendono tutto molto semplice. Basta mettersi su scale mobili che portano fino alla Rocca, oppure, ancora meglio, sul tapis roulant che scorre in un senso e nell'altro in un'ampia galleria pulita e luminosa, oltre che ben climatizzata. Entrambi percorsi gratuiti. Parrebbe di trovarsi in una delle capitali europee che ci capita di invidiare per i servizi ultra efficienti, perché il piano urbanistico di Spoleto è un'eccellenza italiana e non di poca rilevanza.
Aggiungiamo a tutto ciò le strade pulite, la totale assenza di venditori abusivi, i muri in ordine, le aree pedonali chiuse al traffico che restituiscono la bellezza del borgo. Che sia un insieme di aspetti che sono tali solo nei giorni del Festival? Non saprei, ma non è tutto qui.
Quante volte ci capita di sorprenderci per la totale mancanza di teatri in una città, piccola o grande che sia, e spesso di subire questa défaillance con rassegnazione? Ebbene, Spoleto ne è ricchissima. La piccola cittadella umbra ha ben sette (!) teatri "ufficiali" e alcuni altri ricavati in chiese medievali sconsacrate. Roba da restare basiti. Una di quelle realtà che ti fanno comprendere che tutto sia possibile quando vuoi che sia possibile.
Un luogo in definitiva unico. Ci sono rimasta un paio di giorni e ho cercato di non perdermi ciò che il calendario eventi offriva in quelle ore. Il concerto di Jeff Mills nella piazza del Duomo, la personale su Adriana Asti, con la presenza dell'attrice e di Augias a commentare l'evento, il sorprendente spettacolo teatrale scritto e diretto da Tim Robbins sulla Commedia dell'Arte - che meriterà approfondimento, lo spettacolo sul Barocco e le sue suggestioni offerto dalla Fondazione Carla Fendi nel bellissimo Teatro Caio Melisso, restaurato con un importante progetto di puro mecenatismo, e poi mostre d'arte, installazioni di avanguardia, ecc. Tanto, e tutto molto interessante, esperienze che in pochi giorni ti pongono dinanzi ad artisti di livello internazionale, che si muovono fra piccoli e grandi teatri.